Info Salute Mentale

Psichiatria Bolzano: Ambulatorio di Psichiatria generale e Psichiatria del legame

Ospedale di Bolzano, padiglione W, 1 piano, presso il servizio di Psichiatria

Siamo operativi dal febbraio del 2012, il nostro ambulatorio e’ uno dei primi a livello nazionale, si effettua un servizio specialistico multifunzionale.

Si può dire che l’ambulatorio garantisce nel minor tempo di attesa possibile tutte le prime visite psichiatriche in tutto il comprensorio di Bolzano, le consulenze urgenti richieste dal pronto soccorso e da tutti i reparti ospedalieri. Inoltre per ridurre le richieste di trasferimento al servizio psichiatrico di diagnosi e cura si effettuano degli interventi specialistici nel reparto che richiede la consulenza, senza sradicare il malato dal proprio contesto.

L’ ambulatorio fa da filtro in tutto il servizio psichiatrico, in stretta collaborazione con i Centri di Salute Mentale (Via del Ronco, Via Rosmini) cerca d’agire in tempo reale a tutte le diverse esigenze che si presentano. Si promuove la prevenzione , la cura e la riabilitazione, le prime visite sono importantissime e dopo una valutazione vengono proposte le diverse soluzioni.
Cerchiamo di garantire unitarietà d’intervento e continuità. Inoltre per quanto riguarda la prevenzione interveniamo lì dove ci sono malattie organiche a rischio di patologie psichiatriche (es. .pazienti oncologici, cardiologici ecc..).

L’ equipe e’ composta da tre medici e due infermieri e un altro infermiere a rotazione dal Centro di Salute Mentale, siamo operativi dal lunedì a giovedì dalle 8 alle 17 e il venerdì dalle 8 alle 14, nei festivi subentra il medico reperibile. 

Si può accedere direttamente telefonicamente con o senza richiesta di un medico, per le prime visite accesso telefonico o fax.


Telefono: 0471-435146 oppure 435147

Fax : 0471-909811

INCLUSIONE è meglio!

Negli ultimi trent’anni, chi si è trovato ad operare all’interno del mondo della disabilità ha assistito al cambio di diverse parole d’ordine. Ognuna di esse ha simboleggiato il modo con cui si definivano le persone interessate (handicappate, diversamente abili, persone con disabilità) o il pensiero teorico ed operativo che muoveva le politiche e le azioni a favore delle persone. Così se negli anni ’70 la parola d’ordine era “inserimento”, alla fine degli anni ’80 si è passati a “integrazione”.

Da pochi anni, in maniera piuttosto esplicita grazie alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità approvata nel 2007, abbiamo assistito ad un nuovo cambio: la nuova parola d’ordine è ora diventata “inclusione”

 L'integazione distingue tra la persona con disabilità e la persona senza e si accerta che tutti vengano trattati in modo uguale, cioè quello della maggioranza.

L'inclusione invece considera che siamo tutte persone,ognuna con i propri bisogni ma con gli stessi diritti di partecipazione ed autonomia. L'inclusione stimola la “personalizzazione”, perché opera affinché tutti possano essere considerati all'interno dello stesso sistema in modo diverso, nel rispetto delle proprie necessità e caratteristiche personali.

Sono questi i principi che ci hanno spinto ad attuare un progetto di ricerca-azione dal titolo “Progetto Inclusione Gries“ in occasione dell'apertura in ottobre 2014, del nuovo Centro di Riabilitazione Psichiatrica Bolzano-Gries in via Fago 44 a Bolzano.
Ci interessa che le persone ospiti della struttura siano non solo integrate nella vita del quartiere, ma anche incluse come cittadini con uguali diritti e doveri, sebbene con necessità diverse a seconda delle problematiche che riportano.

Oltre a favorire l'inclusione sociale, l'obiettivo del Progetto é quello di sensibilizzare e informare la cittadinanza sulle tematiche relative alla salute mentale.

Si è proposto ai cittadini un sondaggio sulle conoscenze e gli atteggiamenti nei confronti delle malattie mentali. La prima fase di rilevazione si è conclusa ad agosto e una seconda partirà a giugno 2015. Fino ad ora sono stati distribuiti 4000 questionari e il quartiere si è dimostrato molto collaborativo e interessato. Parallelamente al sondaggio si stanno programmando delle iniziative di informazione, dialogo e confronto, sia sulle problematiche generali relative alla salute mentale, che in merito alle attività svolte all’interno della struttura e creazione di una rete di collaborazione con le diverse realtà del quartiere.

In questo senso sono già partite collaborazioni con La Circoscrizione di Quartiere e le scuole Rosmini di via Fago.

Il Centro di Riabilitazione Psichiatrica si propone come risorsa per la cittadinanza, potendo offrire una serie di spazi (sale, palestra, sala computer) e iniziative che possano essere messi a disposizione del quartiere, in un ottica di mutuo scambio e collaborazione di “buon vicinato”. L'innaugurazione del CRP Bolzano-Gries si terrà il 17 dicembre 2014 dalle 10.00 alle 17.30 e sarà un occasione di conoscenza reciproca, visita degli spazi interni musica e spettacolo. Siete tutti invitati. Vi aspettiamo numerosi!

 di Isabella Gualtieri e Enzo Lauria

Progetto Inclusione Gries

Il “Progetto Inclusione Gries” si propone di sensibilizzare e informare la cittadinanza sulle tematiche relative alla salute mentale e favorire l’inclusione sociale delle persone affette da disturbi psichici in concomitanza con l’apertura del nuovo Polo Riabilitativo Psichiatrico Bolzano-Gries in via Fago 44/c, facente parte del Servizio Psichiatrico di Bolzano diretto dal Prof. Andreas Conca.
Nell´ambito di quegli interventi comunemente definiti come Ricerca-Azione, si vuole proporre ai cittadini dapprima un sondaggio sulle conoscenze e gli atteggiamenti nei confronti delle malattie mentali e successivamente delle iniziative di informazione, dialogo e confronto sia sulle problematiche generali relative alla salute mentale che nel merito delle attività svolte all’interno della struttura e della auspicabile creazione di una rete di collaborazione con le diverse realtà del quartiere.
Si chiede pertanto ai residenti del quartiere Gries di collaborare al sondaggio, compilando il questionario che riceveranno a breve per posta in tutte le sue parti e restituendolo presso i punti di raccolta indicati sulla busta.
I questionari si possono trovare, compilare e restituire anche presso il Centro Civico di Piazza Gries 18. Alcune copie verranno distribuite anche nelle scuole e centri parrocchiali.
Il questionario è stato adattato dallo strumento realizzato nell'ambito del programma
nazionale di comunicazione contro lo stigma e il pregiudizio nei confronti delle malattie mentali, per conto dei Ministeri della Salute, della Università e Ricerca e dell’Istruzione.
Il questionario, personale ed anonimo, è costituito da sette quesiti volti ad analizzare: 

• le conoscenze effettive relative alle malattie mentali;
• gli atteggiamenti, i pregiudizi, le false credenze e le opinioni; 

• la disponibilità a relazionarsi con persone sofferenti di una malattia mentale;
• le informazioni possedute e le esigenze informative sui disturbi mentali, anche in relazione a possibili esperienze personali.
La prima fase del sondaggio si svolgerà tra maggio e luglio 2014, una seconda fase di rivalutazione avverrà nell´inverno 2014. Per l´autunno sono previste le iniziative di sensibilizzazione, informazione e collaborazione tra il Servizio Psichiatrico e i cittadini della zona (conferenze, giornate delle porte aperte, collaborazioni a progetti scolastici, giornata mondiale della salute mentale).

La filosofia del Centro di Riabilitazione Psichiatrica Bolzano-Gries è in linea con gli obiettivi e i principi dei Servizi di Salute Mentale nazionali ed internazionali: offrire alle persone affette da un disagio psichico un percorso terapeutico-riabilitativo che si avvalga di uno staff professionale multidisciplinare e di ambienti idonei dove ricevere cura, relazionarsi e lavorare per il tempo necessario e con il supporto professionale e sociale adeguato per consentire alla persona un pieno reinserimento sociale.

Il Centro di Riabilitazione Psichiatrica si propone anche di offrire una serie di spazi (sale, palestra, sala computer) e iniziative che possano essere messi a disposizione dei cittadini del quartiere, in un ottica di mutuo scambio e collaborazione di “buon vicinato”.

 Verranno proposti ai cittadini dapprima un sondaggio sulle conoscenze e gli atteggiamenti nei confronti delle malattie mentali e successivamente delle iniziative di informazione, dialogo e confronto sia sulle problematiche generali relative alla salute mentale che sulle attivitá del CRP.

La prima fase del sondaggio si svolgerà tra maggio e luglio 2014, una seconda fase di rivalutazione avverrà nell´inverno 2014. Per l´autunno sono previste le iniziative di sensibilizzazione.

Il Centro di Riabilitazione Psichiatrica si propone anche di offrire una serie di spazi (sale, palestra, sala computer) e iniziative che possano essere messi a disposizione dei cittadini del quartiere, in un ottica di mutuo scambio e collaborazione di “buon vicinato”.

Coordinatori del progetto: Univ.Prof.Dr. Andreas Conca, Dr.ssa Isabella Gualtieri, Dr. Luigi Basso

Isabella Gualtieri
Psicologa Centro di Riabilitazione Psichiatrica Grieserhof

Associazione Ariadne

Negli anni ottanta le famiglie nelle quali vivevano persone con problemi di natura psichica si trovavano isolate e sole. In Alto Adige erano quasi inesistenti forme di aiuto da parte dell’ente pubblico, servizi o strutture.

Da queste profonde sentite necessità, dal bisogno e dalla consapevolezza di doversi attivare concretamente affinché qualcosa cambiasse, molti parenti costituirono nel 1989 l’Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici. Il loro obiettivo era (e lo è tutt’oggi) quello di unirsi per migliorare la situazione di vita delle famiglie colpite e di portare all’attenzione degli interlocutori politici le richieste più urgenti.

L’Associazione è un’organizzazione sociale di volontariato ed in Alto Adige è l’unica Associazione privata per i familiari di persone con malattie psichiche. In quanto tale è quindi iscritta nell’elenco provinciale delle Associazioni di volontariato.

Cambiamento della denominazione
L’08 Aprile 2016 l‘Assemblea Ordinaria dei Soci ha approvato il cambiamento del nome dell‘Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici in “Associazione Ariadne – per la salute psichica, bene di tutti ODV”.

Ariadne è il nome originario greco della protagonista mitologica che salvò la vita a Teseo col famoso filo; gli permise così di uscire dal labirinto dopo aver ucciso il Minotauro che pretendeva, periodicamente, il sacrificio di giovani e fanciulle.

Non a caso il labirinto è rappresentato nel logo dell‘Associazione, con un filo che porta verso l‘uscita. Le malattie psichiche sono come un gomitolo aggrovigliato, del quale non si riesce a comprendere l‘evoluzione. Si ha l‘impressione che non sia possibile ritornare ad una vita “normale”, che sia un obiettivo impossibile da raggiungere nella società. I pazienti, ma anche i familiari, hanno bisogno di un filo che li guidi verso la riconquista della propria vita. E nell‘aggiungere al nome la frase “per la salute psichica, bene di tutti” , si garantisce ad ogni paziente, ad ogni familiare, la sensazione reale dell‘accettazione da parte della società tutta.

Alla fine di novembre 2023 si è tenuta a Bolzano una Assemblea Straordinaria dei Soci, per conferire all’Associazione Ariadne la qualifica di Associazione di promozione sociale (APS).


In den 80er Jahren waren Angehörige mit der Tatsache, einen psychisch erkrankten Menschen in der Familie zu haben, isoliert und allein gelassen. Es gab so gut wie nichts: keine öffentlichen Hilfen, Dienste oder Strukturen in Südtirol.

Aus einem tiefempfundenen Bedürfnis, aus der Not und der Erkenntnis, dass sie selbst aktiv werden müssen, damit sich etwas verändert, gründeten mehrere Angehörige im Jahr 1989 den Verband Angehöriger und Freunde psychisch Kranker. Ihr Ziel war es (und ist es immer noch), durch gemeinsames Auftreten eine Verbesserung der Lebenssituation von betroffenen Familien zu erreichen und die politisch Verantwortlichen auf ihre dringenden Anliegen aufmerksam zu machen.

Der Verband ist eine ehrenamtliche und gemeinnützige und die einzige private Organisation für Angehörige von Menschen mit psychischer Erkrankung in Südtirol. Als solcher sind wir auch im Landesverzeichnis der ehrenamtlichen Organisationen eingetragen.

Namensänderung:
Bei der Mitgliederversammlung des Verbandes am 08. April 2016 wurde die Umbenennung des Verbandes Angehöriger und Freunde psychisch Kranker in „Verband Ariadne – für die psychische Gesundheit aller EO“ beschlossen.

Ariadne ist eine Figur aus der griechischen Mythologie. Sie rettete Theseus mit dem berühmten “Ariadnefaden” das Leben; mit diesem war es ihm möglich, aus dem Labyrinth wieder herauszukommen, nachdem er den Minotaurus erschlagen hatte, der regelmäßig die Opferung von jungen Männern und Frauen gefordert hatte.

Es ist kein Zufall, dass das Logo des Verbandes ein Labyrinth ist mit einem Faden, der nach außen führt. Psychische Erkrankungen sind wie ein verworrenes Knäuel, es ist unklar, wie es weitergeht. Es scheint, als ob man den Weg zurück in ein „normales“ Leben, in die Gesellschaft nicht mehr finden kann. Betroffene, aber auch Angehörige brauchen einen „Faden“, der sie leitet. Mit dem Zusatz zum Namen „für die psychische Gesundheit aller“ soll sich jede/r, Betroffene/r, Angehörige/r, ja die ganze Gesellschaft angesprochen fühlen.

Ende November 2023 wurde eine außerordentliche Mitgliederversammlung in Bozen abgehalten, um dem Verband Ariadne die Eigenschaft als Verein zur Förderung des Gemeinwesens (VFG) zu übertragen.

Recovery

Il termine recovery in inglese viene utilizzato sia quando vi é un ritorno a una condizione precedente ("recuperare il portafoglio perso", "guarire da un'influenza") sia quando la nuova condizione implica dei cambiamenti rispetto alla precedente ("riprendersi dai danni di un terremoto, dagli esiti di un ictus cerebrale"). Analogamente a quanto accade anche in tedesco, spagnolo, francese...renderne il significato nella lingua italiana presenta non pochi problemi. Quando non si lascia l'originale recovery, l'utilizzo di termini quali "ristabilimento", "recupero" o "guarigione" non consente peró di cogliere tutte le sfumature del suo significato. Infatti, "ristabilimento" racchiude in sé il concetto di stabilizzazione, mentre "recovery" implica il superamento uno stato di equilibrio disfunzionale. "Recupero" o "guarigione" fanno riferimento a una sorta di restitutio ad integrum da una condizione di malattia organica, mentre il recovery non sembra equivalenta al concetto ortodosso di guarigione o alla cura di una patalogia. la malattia ha prodotto infatti un cambiamento stabile rispetto al funzionamento premorboso, pur consentendo ancora un sostenziale ritorno a un funzionamento soddisfavente. Avviene cioé qualcosa di simile a quanto succede ad esempio a una persona sopravvissuta ad un infarto miocardico, in cui si cerca di recuperare il miglior funzionamento possibile, nonostante il danno organico permanente, tramite interventi terapeutici, riabilitativi e cambiamenti ambientali sopratutto per quanto riguarda lo stile di vita.
Il termine che potrebbe maggiormente avvicinarsi al concetto di recovery, ossia "riparazione", non é utilizzabile in quanto nella lingua italiana é non riferibile a persone.

Il recovery implica allora un processo di trasformazione al cui centro vi é sia un'esperienza di perdita che il superamento della stessa. La schizofrenia, ad esempio, ha infatti un profondo impatto sulla persona anche oltre i sintomi che la accompagnano: perdita di autostima, perdita di amici e relazioni familiari, perdita di un ruolo sociale valido, interruzione di corsi scolastici e carriere professionali, stigma sociale. Piú é lungo e pervasivo il decorso della malattia, piú marcato é l'impatto sulla vita delle persone e su come queste vedono se stesse nel mondo in relazione alla perdita di occasionie opportunitá. Queste esperienze non possono essere dimenticate o cancellate, indipendentemente dalla presenza dei sintomi o del processo della malattia.

 
Tratto da: "Il recovery dalla disabilitá" Robert Paul Liberman 

La gestione della malattia

La maggior parte delle malattie mentali gravi dura per tutta la vita, con una vulnerabilitá continua, ricadute episodiche o livelli variabili di disabilitá dovuta ai sintomi. l'imparare come controllare questi disturbi é di fondamentale importanza se il recovery deve diventare realtá e non restare solo un sogno. Gestire la propria malattia non é né semplice né immediato; non puó essere raggiunto dal paziente da solo né dai terapeutici e dal team multidisciplinare, come neanche dalle famiglie e dai caregiver naturali e nemmeno solo dai trattamenti basati sulla prova. Solo un insieme di tutte queste persone e trattamenti puó fornire quella protezione dalle ricadute e dalla disabilitá che rende il recovery possibile. La gestione della malattia é per definizione uno sforzo di collaborazione che sta in piedi o cade in relazione alla competenza del terapeta nello sviluppare e nel mantenere solide relazioni terapeutiche.

Tradurre la conoscenza, la competenza e l'esperienza professionale in comprensione e abilitá del paziente e dei familiari é un passaggio cruciale nella gestione della malattia. Si verifica un processo di empowerment dei pazienti e dei loro familiari, che vengono coinvolti dai terapeuti e dagli altri professionisti della salute mentale come partner a pieno titolo del trattamento e della riabilitazione. per fare in modo che i pazienti viaggino con successo lungo la strada del recovery, essi necessitano di conoscenze, abilitá, training e supporto per attraversare le porte che demarcano le fasi acuta, di stabilizzazione, di stabilitá e di recovery dei disturbi psichiatrici.

Il coinvolgimento dei pazienti in una relazione in cui sono ben informati e collaboranti riguardo al trattamento li incoraggia:

aderire ai programmi di trattamento farmacologico e psicosociale
farsi coinvolgere e partecipare alle decisioni sui trattamenti
ricordare la loro continua vulnerabilitá allo stress
costruirsi una protezione contro stress e vulnerabilitá attraverso:
-l'acquisizione di supporto da parte della comunitá, della famiglia e dei professionisti

-la partecipazione attiva ai trattamenti basati sulla prova.
Ció che non puó essere curato deve essere supportato. Imparando come gestire la propria malattia, con la collaborazione, il supporto e il training da parte dei professionisti, i pazienti possono acquisire la resistenza per superare la loro disabilitá e raggiungere i loro obiettivi per una vita migliore.

 
Tratto da: "Il recovery dalla disabilitá" Robert Paul Liberman Tradurre la conoscenza, la competenza e l'esperienza professionale in comprensione e abilitá del paziente e dei familiari é un passaggio cruciale nella gestione della malattia. Si verifica un processo di empowerment dei pazienti e dei loro familiari, che vengono coinvolti dai terapeuti e dagli altri professionisti della salute mentale come partner a pieno titolo del trattamento e della riabilitazione. per fare in modo che i pazienti viaggino con successo lungo la strada del recovery, essi necessitano di conoscenze, abilitá, training e supporto per attraversare le porte che demarcano le fasi acuta, di stabilizzazione, di stabilitá e di recovery dei disturbi psichiatrici.

Il coinvolgimento dei pazienti in una relazione in cui sono ben informati e collaboranti riguardo al trattamento li incoraggia:

aderire ai programmi di trattamento farmacologico e psicosociale
farsi coinvolgere e partecipare alle decisioni sui trattamenti
ricordare la loro continua vulnerabilitá allo stress
costruirsi una protezione contro stress e vulnerabilitá attraverso:
-l'acquisizione di supporto da parte della comunitá, della famiglia e dei professionisti

-la partecipazione attiva ai trattamenti basati sulla prova.

 Ció che non puó essere curato deve essere supportato. Imparando come gestire la propria malattia, con la collaborazione, il supporto e il training da parte dei professionisti, i pazienti possono acquisire la resistenza per superare la loro disabilitá e raggiungere i loro obiettivi per una vita migliore.

 
Tratto da: "Il recovery dalla disabilitá" Robert Paul Liberman 

Il disagio psichico giovanile
Dr. Andreas Conca, Coordinatore per la neuropsichiatria dell'etá evolutiva della provincia di Bolzano, Primario del servizio di psichiatria di Bolzano


Parlare di disagio psichico che ha valenza di malattia nell'etá evolutiva e che magari comporta l'impostazione di un trattamento farmacologico per un giovaneed anche per la sua famiglia, é sicuramente un grande peso.

Per distinguere la normale etá adolescenziale da un disagio psichico bisogna fare diagnosi e gli indicatori sono i sintomi che devono essere di una certa gravitá e perdurare nel tempo.

É naturalmente necessario distinguere i sintomi di un disagio da atteggiamenti, pensieri, stati affettivi che sono normalmente presenti nell'adolescenza. La vera sfida é riuscire a fare od escludere una diagnosi considerando questo periodo della vita in cui la persona é in piena plasticitá di evoluzione: la crisi adolescenziale é infatti anche e comunque una risorsa per trovare nuove vie e nuovi spunti in una personalitá che sta crescendo e si sta formando. I genitori hanno la responsabilitá di accorgersi quando qualche cosa non va bene, peró "l'allarme " deve essere inteso in senso buono, come responsabilitá e capacitá poi di cercare e chiedere aiuto e supporto per superare i momenti difficili.

L'allarme visto come paura, ansia, angoscia spesso offusca la mente e non ci fá vedere le cose some sono.

Bisogna affermare con chiarezza e praticitá che non tutte le problematiche sono psichiche o sociali: se il ragazzo non vuole piú andare a scuola, non si alza, non vuole fare la doccia, non mangia, vomita, ha dolori addominali ecc ecc; ci si puó rivolgere al medico di base o pediatra per fare degli accertamenti ed escludere altre patologie. se poi c'é qualche cosa di psichico bisogna indagare le cause che normalmente sono molteplicie sono contenute in cinque aree:

1. Psicologiche

2. Sociale

3. Biologiche (considera la familiaritá, genitori e parenti che hanno avuto problemi ad esempio depressione, stati d'ansia od altri disturbi psichici)

4.pedagogica

5.Giuridica ( il minore ha un'assoluta non presenza legale perche c'é la patria potestá che ha lae competenze sulle decisioni del figlio).

Bisogna quindi far sempre riferimento a queste aree e quando viene capito il disagio e l'interazione tra questi cinque ambiti, si possono tarare gli interventi a seconda poi delle necessitá. È anche importante capire cosa si intende per intervento: talvolta é sufficente una consulenza, un supporto alla famiglia ecc. L'eventuale prescrizione di un farmaco deve essere integrata sempre nell'ottica della gravitá della diagnosi e nel corso della malattia.

Naturalmente nessuno vorrebbe dare dei farmaci ai propri figli, ma se questi soffrono di un disturbo mentale forte, dove magari ci sono delle disibizioni dopaminergici (tratti del cervello che non funzionano) e non possono funzionare magari per familiaritá ed ereditá , non sarebbe nemmeno etico non prescriverli. la sfida poi, in ogni singola situazione , consiste nel capire come prescrivere, contestualizzare e integrare a livello relazionale l'intervento farmacologico.

Per l'infanzia e l'adolescenza i primi punti di riferimenti sono la scuola gli insegnanti e gli sportelli. Si osservano una serie di indicatori che permettono di capire se prendere in considerazione la possibilitá di un disagio psichico o meno.

Molto spesso si tratta di uno sfogo di un certo momento, di un peso psichico che si puó risolvere con un colloquio, sviluppando la comunicazione, cercando le strategie per affrontare i problemi, cercando di sviluppare la solidarietá che c'é nella societá. Se questo non é sufficente si entra piú in merito all'organizzazione professionale: nel servizio pubblico ci sono i consultori, il servizio psicologico ed il servizio neuropsichiatrico dell'etá evolutiva.

Si puó stimare che in Alto Adige circa il 10% dei bambini-adolescenti hanno a che fare con un disagio psichico. Naturalmente ci sono varie scale di gravitá che di conseguenza necessitano di interventidiversi. Non significa quindi che questi ragazzi devono rivolgersi automaticamente ad uno specialista, ma una parte di questi soffre di un disturbo cosí grave, da avere un forte impatto sulla vita quotidiana individuale ed anche relazionale ( con i genitori, scuola, amici ecc.). In questi casi, valutandoogni singola situazione, bisogna intervenire a livello sociale, psicologico, pedagogico, ed a volte anche farmacologico. L'aspetto che bisogna sottolineare é che nella grande maggioranza dei casi il decorso é di completa guarigione.

L'adolescenza e sicuramente un periodo di ribellione, fa parte della normalitá ed aiuta a formare il carattere. Ai nostri giorni la ricerca fornisce gli strumenti che permettono di individuare un disagio psichico. Fino a qualche anno fa questo non poteva essere fatto in modo cosi sistematico. Si puó dedurre che, sia per bambini-adolescenti ma anche per gli adulti , non c'é un incremento in assoluto di disagio psichico ; oggi c'é invece una maggiore capacitá nell'individuarlo che di curarlo. Stiamo sicuramente vivendo, a livello sociale, politico ed economico, un periodo d'instabilitá. Le persone piú vulnerabili ne vengono piú coinvolte emotivamente, ma l'aspetto positivo da sottolineare dell'instabilitá e la creativitá.

 A livello comportamentale é scontato che alcool e droghe hanno spesso un impatto negativo sulla vita quotidiana.

L'adolescenza é un'etá in cui si sperimenta e l'uso di queste sostanze non é di per sé l'indicatore di un disagio psichico o di una tossicodipendenza . Chiaramente bisogna capire che tipo di sostanze vengono assunte e con che frequenza. purtroppo ci sono ragazzi vulnerabili in cui basta anche "una canna" ad innescare un meccanismo che viene definito poi esordio psicotico.

Alcool e droghe sono un indicatore se diventano abuso, se vengono utilizzare con regolatritá e spesso. i genitori hanno la responsabilitá di informarsi su come proseguire con i figli. Fondamentale infatti é parlare con loro: spesso il dialogo aperto tra genitori e figli risolve le situazioni. Se non risultasse efficace peró, c'é bisogno di un aiuto esterno.

 Anche in ambito adolescenziale esiste un disagio psichico che puó diventare stigmatizzante: questo succede quando non si riescono ad individuare le risorse per abilitare la persona a medio e lungo termine e quindi il disagio diventa parte della persona. A volte viene risolto in etá adulta, a volte bisogna conviverci integrandolo nella qualitá della vita.

Concludendo, bambini ed adolescenti hanno risorse che noi adultzi non abbiamo, poiché si stanno abilitando alla vita (non si parla qiandi di riabilitazione come con gli adulti), si stanno formando come persone, stanno modellando il proprio carattere e personalitá; é tutti in evoluzione, si scoprono risorse che non si pensavano, anche i genitori riescono a fare cose che non immaginavano. anche se si é in presenza di un disagio psichico, con il supporto si asilo, scuola, famiglia, ambiti lavorativi, prafessionisti della sanitá o del sociale ecc. si puó procedere verso l'abilitazione e la guarigione.

 

Salute Mentale. Che cos'é?

Opuscolo informativo della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige-Ripartizione Sanitá

I disturbi mentali sono tra le malattie più diffuse nella nostra società.
Diversi studi dimostrano come, nel corso della propria vita, quasi un terzo delle persone dovrà fare i conti con un disturbo psichico. Un tema centrale della nostra politica sanitaria consiste pertanto nella promozione della salute mentale, che vede tra i fattori preminenti la sensibilizzazione, la spiegazione e 
l’informazione della popolazione, oltre che l’informazione esaustiva ed il supporto alle persone colpite ed ai loro familiari. Soprattutto è importante che tutti facciano proprio il concetto che le malattie mentali sono curabili e che tanto meglio lo sono, quanto prima sarà ricercato e accettato un aiuto.


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